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Le razze per Merlo

iniziative
LE RAZZE PER MERLO

Prima che, osservando l'immagine a lato, chiediate un mio ricovero coatto in una Residenza Sanitaria Assistita, preciso che non stiamo parlando del simpatico pennuto, bensì delle opinioni espresse sulle razze canine ritenute pericolose da parte di uno dei più noti e qualificati giornalisti italiani, Francesco Merlo.

la storia di Sid

Durante la conduzione di Prima Pagina del 20/11/17, rassegna stampa mattutina di Radio Tre, Francesco Merlo, editorialista di Repubblica, ha commentato la notizia della morte dell'addestratore cinofilo Davide Lobue, per la quale era stato inizialmente incolpato il bull terrier Sid. Ha ben segnalato che era ancora da stabilire con certezza la responsabilità del cane e poi ha espresso le sue valutazioni sulle cosiddette "razze pericolose", che riproduciamo integralmente. Dice il giornalista:
Davide Lobue, educatore cinofilo di 26 anni molto esperto, aveva lacerazioni in tutto il corpo, ma non si sa se è morto prima o dopo, cioè  se è morto prima e il cane lo ha sbranato moribondo o mentre moriva (!) oppure se lo ha sbranato vivo perché aveva chissà quale pulsione aggressiva. Sono queste dei cani veramente delle immagini incredibili, si capisce subito che non sono amici dell'uomo e si capisce  dalle fotografie che tutte queste razze che sono state allevate per aggredire e che negli altri paesi sono vietate, in Italia no. Ora che questi cani possano in qualche maniera richiamare Argo o la carica dei 101 ecc, non è così; lo capisci immediatamente che non sono amici dell'uomo, capisci dalla loro faccia che c'è in loro la bestialità, ma non è la bestialità delle bestie, è la bestialità che c'è nell'uomo, perché sono delle razze che sono state create, inventate dall'uomo per difendere piccoli territori, piccole ricchezze o per essere esibiti esattamente come i tatuaggi o come una volta era il dito mignolo, nell'unghia lungo lungo.
Due giorni dopo si scopre che il cane non era l'assassino e il giornalista ne rende conto così: Abbiamo detto che  non si sapeva  (se era stato Sid NdR) e che l'autopsia avrebbe stabilito; non è stato lui, non l'ha ammazzato lui e quindi l'ha morso, l'ha azzannato ma solo dopo, secondo alcuni giornali un po'..., un po' garantisti nei confronti delle razze vietate, delle razze pericolose vietate non in Italia, ma in quasi tutti i paesi civili d'Europa sono vietate; adesso il fatto che non l'ha ucciso, ma l'ha azzannato dopo quand'era morto, è invece una maniera per riabilitare il cane Sid, sicuramente però è difficile riabilitarli tutti, visto il numero sempre più elevato di aggressioni che i cani fanno ai loro padroni.
Il tono con cui queste opinioni sono espresse  (potete ascoltarlo al minuto 27 di questo link, scegliendo la puntata - non il filo diretto - del 20 novembre 2017 e al minuto 41 del 22 novembre 2017) genera qualche dubbio sulla sua simpatia nei confronti dei cani appartenenti anche a razze “non pericolose”.

i divieti all'estero...

Andiamo un po' a vedere come stanno le cose dal punto di vista normativo su www.dogwelcome.com, il miglior sito per viaggiatori con quadrupedi al seguito.
Il paese più limitante è la Cina, che praticamente considera aggressive oltre una trentina di razze e in generale i cani alti più di 35 cm. Beh, non c'è molto da stupirsi, visto che lì i cani finiscono nei piatti.
Ma andiamo in Europa; Francia, Germania, Gran Bretagna hanno in effetti forti limitazioni e divieti per talune razze, ma le liste variano. In Germania i turisti possono portarle se risiedono meno di quattro settimane.
Però in altri paesi europei, come la Svezia, la Svizzera, la Spagna, l'approccio è diverso: con metodologie differenti, si punta sulla responsabilizzazione del detentore del cane che può essere pericoloso, con obblighi di registrazione e in Spagna anche con una licenza amministrativa comunale che stabilisca l'idoneità del conduttore a gestire il cane considerato problematico.

...e la situazione italiana

E l'Italia, è così disastrata come si desume dalle parole del conduttore di Prima Pagina?
Nel 2003, con l'ordinanza Sirchia anche l'Italia si “accodava” (trattandosi di cani…) all'idea dei cani pericolosi secondo la razza, vietando persino – tanto per distinguerci - una razza inesistente, il Perro da canapo majoero...
L'Associazione Nazionale Medici Veterinari, in un comunicato sulla questione, specificava però che la correlazione fra alcune razze canine e la pericolosità è infatti scientificamente infondata ed anche l'ENCI ritiene che tale correlazione non esista.
Nel 2009 l'ordinanza Martini adotta questo punto di vista; leggiamo infatti:
Ritenuto di dover adottare una nuova Ordinanza in materia, eliminando l’allegato A in quanto non solo non ha ridotto gli episodi di aggressione ma, come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza ad una razza o ai suoi incroci.
La realtà quindi è che gli esperti del settore negano la correlazione fra razza e pericolosità e che la lista era stata inutile.
Questo perché ogni cane  può essere più o meno aggressivo sulla base del suo carattere e della sua "cultura", cioè per come è stato allevato. Evidentemente un Chihuahua o uno Yorkshire, anche se sono molto aggressivi, suscitano al massimo un po' di ilarità o la scocciatura di scarpe segnate e pantaloni sdruciti. Con un cane di 30 chili dotato di robuste mascelle il discorso è molto diverso, così come diverso è dover far fronte a un bimbo di tre anni arrabbiatissimo o a un furibondo Mike Tyson…

responsabilizzare il detentore

Quindi giustamente deve essere evidenziata la responsabilità del detentore del cane. Così come per guidare un monopattino non ci vuole la patente, mentre per un autotreno ce ne vuole una speciale, allo stesso modo  è comprensibile e giusto che coloro che vogliono ospitare cani che – per le dimensioni – possono  creare problemi nel caso non siano in grado di controllarli, imparino le nozioni fondamentali per gestirne il comportamento.
Così l'ordinanza del 2013 prevede espressamente al suo articolo 5 "percorsi formativi per i proprietari di cani,  in conformità al decreto ministeriale 26 novembre 2009, con rilascio di un attestato  di  partecipazione  denominato  patentino.”
La frequenza obbligatoria dei corsi però è limitata ai soli cani iscritti nel registro dei cani "a rischio elevato di incolumità pubblica" (indipendentemente dalla razza). Leggiamo nel sito del ministero “Tutti gli episodi di morsicatura o di aggressione e qualsiasi altra manifestazione di comportamento potenzialmente pericoloso per l’incolumità pubblica devono essere segnalati ai Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali territorialmente competenti.
Qui sta innegabilmente un punto debole della struttura impostata, perché il primo episodio di aggressione e morsicatura potrebbe essere proprio quello che genera un grave incidente.
Per tornare alla questione di Sid, appare evidente dalle sue esternazioni che Francesco Merlo quanto meno non sapeva che un'importante associazione di veterinari ha espresso con chiarezza che non vi è alcun riscontro fra razza e aggressività; ma così non ha  dato agli ascoltatori un quadro completo della realtà.
Inviamogli pertanto questa mail, in modo che  in futuro possa dare un'informazione completa, come ci si aspetta da un giornalista qualificato ed esperto qual è.


  
mail cui inviare il testo: larepubblica@repubblica.it

Egregio dottor Merlo,

ho letto la trascrizione del Suo commento sul cane Sid il 20/11/17 a Prima Pagina.
Condivido la richiesta che in futuro renda noto che ci sono paesi come la Svezia, la Svizzera e la Spagna che non hanno tali liste ma responsabilizzano i detentori dei cani e soprattutto che l'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), ritiene che (cito): la correlazione fra alcune razze canine e la pericolosità è infatti scientificamente infondata, mentre esiste un potenziale aggressivo in qualunque cane non correttamente educato.
Quand'anche questa affermazione non La veda d'accordo, riteniamo che un giornalista qualificato, come è Lei, debba in futuro riportarla, trattandosi di parere di soggetti competenti in materia.
Cordiali saluti

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