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LA STORIA DI NUVOLA

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NUVOLA, LA TRUFFA E' SERVITA

Come sempre, i nomi dei sanitari e della struttura sono volutamente di fantasia per evitare ogni possibile involontaria omonimia.
Tutto questo è avvenuto in Campania, ma - come dimostrano altre storie - potrebbe avvenire ovunque. Il racconto è di Maria Flora.



UN BATUFFOLO BIANCO

 Nuvola era la mia coniglietta; era la mia compagna quotidiana, mi allietava con la sua presenza il ritorno a casa dal lavoro; stare con lei era una gioia immensa. Era la mia bimba da proteggere e coccolare e lei sapeva fare  la stessa cosa con me...
 Non era "solo una coniglia", era dolce, affettuosa, delicata, tranquilla, pulita e giocherellona: un essere speciale ed insostituibile per il rapporto che si era creato tra noi; era un'appartenenza viscerale come succede una volta sola nella vita con qualcuno.
 Come entravo nella stanza veniva vicino per avere coccole e scambiare affettuosità; la prendevo in braccio e ci mettevamo sul letto per giocare insieme.



sembrava una cosa da poco
  
  Nella giornata del 30 luglio 2021 mi sono accorta che  Nuvola risultava  apatica, cosi dopo un consulto con una delle mie amiche volontarie, esperta in conigli, ho iniziato a togliere le verdure pensando ad un rallentamento intestinale.
  Nella mattinata del 31 luglio Nuvola era costipata; mi sono recata a lavoro lasciandole la sua dose di pappa quotidiana; ho incaricato mia sorella di dare un’occhiata. La stessa sera si è manifestata  un'evidente stasi gastrointestinale; aveva anche rifiutato completamente anche i cibi che preferiva di solito.
  Allora ho allertato  la clinica Quiguarisci, che seguiva la mia coniglietta dal 2017 tramite la veterinaria Curobene, e sulla quale riponevo moltissima fiducia, chiedendo se potevo portare Nuvola d'urgenza e  accertandomi che fossero comunque  in grado di occuparsene, visto che la dottoressa Curobene era in ferie ed era l'esperta in materia.

di noi ti puoi fidar...

  Mi è stato risposto dalla clinica che erano in grado di gestire la situazione (blocco intestinale) e di recarmi li senza timore alcuno.  
Rincuorata, mi sono recata con mia sorella Renata presso la clinica alle 3 di notte; è stata eseguita una lastra per constatare la natura del blocco e sono stati somministrati fluidi endovena per reidratarla.  
  L'indomani mi sono recata in clinica dopo il lavoro, durante l’orario di visita,  per portarle il fieno, il mangime e le verdure, dato che lei non gradiva molto quelle che somministravano in clinica.  
Le terapie che stavano somministrando era basata su meloxicam, spasmex e debridat (sostituito nei giorni a seguire da plasil) e fluidi endovena per tenere la coniglietta idratata. Nuvola appariva più attiva e affettuosa della notte precedente, tuttavia le feci risultavano ancora sostanzialmente assenti e pertanto mi è stato detto che era impossibile ancora dimetterla.  
  Nei giorni successivi mi sono recata presso la clinica Quiguarisci tutte le sere post lavoro, cosi da tenere monitorata la condizione della mia coniglietta e farle sentire la mia costante presenza.  



arriva lo specialista

 Vedendo che la situazione non migliorava, ho chiesto la possibilità di un consulto con un referente specializzato esterno, incaricato di seguire la clinica durante l'assenza della dottoressa Curobene, affinché visitasse la mia coniglietta; questo per avere una diagnosi fatta da qualcuno che avesse dimestichezza con la cura dei conigli da compagnia.
  Il referente incaricato era il dottor Ghepensimì, che ha visitato Nuvola il giorno 4 agosto.  
  Il dottor Ghepensimì ha eseguito una radiografia per monitorare la situazione della stasi intestinale della coniglietta, correggendo cosi la terapia (debridat, plasil, betotal plus, desametasone, crictical care per alimentazione forzata e succo d'ananas come diuretico).
  Nonostante la mia forte preoccupazione, mi sono fidata del parere dell'esperto; quello che più mi spaventava era la condizione di salute della mia coniglietta, alla quale ero molto affezionata, dato che non era mai capitato che una stasi durasse tutti questi giorni; cosi in data 5 agosto decido di scrivere alla dottoressa Curobene, che essendo in ferie comprensibilmente ignora i miei messaggi; io allora, essendo troppo angosciata, mi sono permessa di chiamarla, dato che riponevo il lei la massima fiducia dopo anni che ci seguiva; lei mi rispose e mi confermò di rapportarmi direttamente con il dottor Ghepensimì e che non sapeva che fosse la mia Nuvola la protagonista di un ricovero che non si stava risolvendo.

la situazione sembra migliorare

  Lo stesso 5 agosto sotto consiglio del dottor Ghepensimì, i veterinari presenti in clinica decidono di tirare fuori per qualche ora al giorno la coniglietta dal box della clinica per farla muovere un pochino, cosi da favorire il transito intestinale; Nuvola si manifestava molto attiva e aveva iniziato a sbloccarsi, cosi mi ero rasserenata un pochino e speravo di riportarla a casa in uno o due giorni massimo.
  La sera di giovedi 5 agosto mi sono recata come ogni sera in clinica; i veterinari presenti mi hanno chiesto se potevo tenere Nuvola in braccio mentre somministravano fluidi endovena cosi che la coniglietta si stressasse il meno possibile; ho accettato con piacere: Nuvola era attiva, affettuosa e amorevole come era sempre stata!



e invece precipita...

  Nella giornata del 6 agosto ho chiesto al dottor Ghepensimì, se fosse possibile che andasse di nuovo a visitare la mia coniglietta, dato che nella prima visita ci eravamo accordati di rivederla dopo due giorni; ero ottimista, dato che il blocco sembrava si stesse risolvendo come era già successo in passato, tuttavia arrivando in clinica mi è apparso un quadro completamente diverso dalla sera prima.  
  Nuvola era paralizzata,  non riusciva ad alzarsi sulle zampe; appariva sofferente; allarmata ho chiesto cosa fosse successo, dato che poche ore prima l'avevo lasciata con un miglioramento evidente, e mi hanno risposto che la stasi gastroenterica era nettamente migliorata, ma che tuttavia non si spiegavano l'improvvisa paresi delle zampe posteriori; supponevano che potesse trattarsi di una patologia neurologica o che la mia coniglietta, saltando nel box che doveva tenerla in sicurezza, si sarebbe autoinferta una frattura alle zampe posteriori; già, ma Nuvola aveva una vecchia frattura saldata male della zampina e non era capace nemmeno di saltare da sola sul letto...  
  Incapace in quel momento di assimilare cosi tante informazioni, dato che ero sconvolta dal dolore, ho chiesto se fosse possibile mettermi per iscritto quello che mi stavano riferendo, cosi da informare mia sorella e una mia cara amica volontaria che ha più esperienza nella gestione dei conigli da compagnia, e se fosse possibile eseguire una lastra immediata per verificare se ci fossero fratture.  

eh no, la lastra non si può

  Il medico presente in clinica mi ha negato la possibilità di fare una lastra dicendo che sono disposizioni che poteva dare solamente l'esperto in esotici referente e che bisognava attendere.  
  Ma come, penserete, il primo giorno la lastra è stata eseguita senza problemi  e adesso bisogna attendere l’autorizzazione dell'esperto in esotici?  
  E già, col senno di poi appare evidente, ma lì per lì non ho notato l'incoerenza, sia per l'angoscia sia per la piena fiducia che riponevo nella clinica Quiguarisci.
  La stessa sera chiamo la mia amica Mary, volontaria tramite la quale avevo adottato 4 anni prima Nuvola e che mi ha insegnato tutto quello che concerne la gestione del coniglio; volevo  avere un confronto su quanto accaduto.  
  Mary mi disse che le sembrava strano che fosse insorto un problema neurologico, dato che Nuvola aveva tempo addietro eseguito in test per ecenphalitozoon cuniculi e che era risultata negativa, invitandomi ad insistere sulla possibilità di fare una lastra per escludere lesioni della spina dorsale.  



l'angoscia mi afferra

  Presa dallo sconforto, ho chiesto ad un mio caro amico, studente di veterinaria, se poteva accompagnarmi il giorno seguente alla clinica, dato che ero veramente a pezzi emotivamente: non sopportavo di vedere la mia coniglietta in quelle condizioni senza un supporto morale, e per questo chiesi anche  a Mary se poteva seguirmi anche lei; la loro presenza mi avrebbe sostenuto.
  Mary, con mia autorizzazione, ha scritto alla dottoressa Curobene, con la quale aveva rapporti ottimali, dato che aveva seguito altri trovatelli recuperati da lei; l’ha informata della situazione che si stava verificando riguardo lo stato di salute della mia coniglietta, invitandola a contattarmi per tranquillizzarmi.
  La dottoressa Curobene mi ha contattata, facendosi spiegare la situazione; mi ha esortato ad avere piena fiducia dello staff della clinica e nel referente Ghepensimì; ha promesso che si sarebbe interessata lei stessa per sincerarsi della situazione; infine per tranquillizzarmi, mi ha fatto notare che manifestazioni neurologiche sono di difficile diagnosi, ma che la terapia imposta dai colleghi era ottimale per risolvere la situazione.  

la lastra ancora no, il carrellino invece...

  L'indomani sono stata aggiornata dal dottor Ghepensimì; supponeva che la mia coniglietta, in seguito ad una violenta colica avesse scalciato contro le grate del box e che si fosse procurata una frattura; escludeva il problema neurologico supposto dai colleghi della clinica Quiguarisci; pensando di tranquillizzarmi, mi disse che era in grado di realizzare un carrellino fatto su misura per permettere alla mia Nuvola di potersi muovere...
  Angosciata ho chiesto ancora alla clinica che venisse eseguita una lastra e degli esami, ma mi hanno risposto di nuovo che non era possibile.  
  Nel pomeriggio venni contattata dalla dottoressa Curobene, che mi disse di aver sentito i colleghi in clinica ed essersi confrontata con il dottor Ghepensimì: a suo parere tutto stava procedendo bene.  

una caduta? Ma figuriamoci...

  Durante la telefonata mi è sorto un terribile dubbio, così ho chiesto se ci fosse la remota possibilità che la mia coniglietta, magari accidentalmente, fosse caduta a qualcuno dei sanitari presenti in clinica, e la dottoressa Curobene mi disse che non era assolutamente possibile e che se fosse successo, lei ne sarebbe stata al corrente. Eh già, figuriamoci...
  Ho ricontattato Mary e le ho spiegato i fatti avvenuti; lei ha iniziato a nutrire dubbi sulla limpidezza della questione, dato che di solito, quando un coniglio di punto in bianco manifesta paresi, si esegue una lastra per escludere una frattura e poi i dovuti esami per escludere un problema neurologico; mi fece presente presente che le sembrava strano che mi negassero gli esami e la lastra, dato che ero una cliente pagante, a maggior ragione se la coniglietta si presentava sofferente!
  Dietro consiglio del dottor Ghepensimì, una volta in clinica ho cercato di sorreggere la parte posteriore della mia coniglietta, invitandola a camminare; ovviamente Nuvola non riusciva a muoversi come ho documentato con i video che ho girato.  



fuori tutti gli altri...

  L'indomani, durante l’orario di visita, mi sono recata  in clinica con un mio carissimo amico e poi anche mia sorella per supportarmi in quel travagliato momento; una volta entrati nella zona box, abbiamo  videochiamato Mary per farle vedere la situazione della mia Nuvola, che appariva apatica, gonfia ad entrambi i lati dell'addome e riversa sulla traversina sporca; nel sollevarla per cambiare la traversina ci siamo accorti che Nuvola inizia a spruzzare pipì ovunque; questo  faceva pensare ad una vescica neurologica che necessitava di adeguata spremitura. Al che abbiamo allertato lo staff della clinica; è intervenuta la dottoressa Sonvillana,  che con modi bruschi ha invitato il mio amico, che le aveva detto della vescica, a uscire dalla clinica; poi  ha contattato la dottoressa Curobene per disporre che solo io potessi entrare e nessun altro.  
  Nel mentre Mary, dato il rapporto con la dottoressa Curobene, le ha scritto per informarla dell'accaduto, spiegando che dalla videochiamata la coniglia sembra peggiorata, che vi erano segni di quella che poteva essere una vescica neurologica;  la dottoressa Curobene invece ha invitato la signora Mary a stare fuori dalla vicenda di Nuvola.  

... e dentro (a forza) Nuvola

  A quel punto la Mary ha iniziato a dubitare sulla sincerità della clinica e della dottoressa Curobene; mi ha suggerito di firmare le dimissioni di Nuvola e di portarla altrove in un altra clinica, in cui fosse presente un veterinario esperto in esotici.
  Ma le dimissioni quella sera mi furono negate.
  L'indomani mattina la Mary mi ha richiamato per invitarmi ancora una volta a prelevare Nuvola e a portarla in un altra clinica, facendomi presente che non potevano impedirmi di riprendere la mia coniglietta per poterla portare a visitare in un’altra struttura.
Abbiamo passato un intera mattinata a contattare le cliniche ove vi fosse presente un esperto in animali non convenzionali; era il 9 agosto e quindi molti erano in ferie. Quando finalmente siamo riuscite a reperire una clinica a Caserta che offriva assistenza h24 e aveva un  referente esotici presente.

troppo tardi

  Allora ho prenotato il ricovero per la sera stessa, e ho richiamato la clinica Quiguarisci per dire che pretendevo le dimissioni.  
  Nel mentre ho chiesto al dottor Ghepensimì se fosse possibile eseguire una lastra e una tac; sì, poteva farla la sera stessa presso un'altra clinica (non la Quiticuro); dovevamo trovarci li per le ore 17.  
  Intorno alle ore 16 00 sono stata contattata di nuovo dal dottor Ghepensimì, che mi ha informato che Nuvola era morta; sconvolta, ho iniziato a piangere e gli ho urlato al telefono che avrei fatto eseguire un'autopsia; contemporaneamente ho chiamato dall'altro mio telefono Mary per informarla mentre ero in vivavoce con il dottor Ghepensimì.
  Secondo Mary, prima di prelevare il corpo dalla clinica era bene chiedere una radiografia e tutti i file, dato che ormai nutrivamo il serio sospetto che ci fosse qualcosa che non andava.  



lo specialista "esplosivo"

  Il dottor Ghepensimì ha contattato poco dopo Mary, dicendo che si sarebbe occupato lui stesso di eseguire un radiografia e una lastra post mortem per verificare le cause della morte e sincerarsi che non vi fossero fratture.  
  La sera mi sono recata in clinica insieme a mia sorella e ad una mia amica; siamo state ricevute dal dottor Ghepensimì;  ci spiegò che Nuvola era morta in quanto la vescica sarebbe esplosa; questa era la causa della morte; riteneva inoltre che la lesione alla spina dorsale fosse stata autoinferta.  

l'amara verità

  Increduli, abbiamo disposto che il corpicino venisse prelevato e portato all'Istituto zooprofilattico di Napoli per eseguire un'autopsia esterna.
  Qui abbiamo scoperto da referto autoptico che  la vescica era intatta, la causa della morte era lipidosi epatica, riconducibile ad una possibile anoressia, dovuta al dolore per la frattura della vertebra; l'anoressia ha confermato anche che non era stata alimentata forzatamente come previsto; la zona lombare presentava un ematoma, riconducibile ad una possibile caduta.
  Ho anche richiesto la relazione clinica, che non mi è mai stata consegnata.
  La sorella di Maria Flora aggiunge: io ho visto il corpicino di Nuvola quando ci hanno dato le spoglie e posso assicurare che non sembrava nemmeno più la nostra piccina. Era sporca e magrissima rispetto a com'era quando l'avevamo portata in clinica.
  E la dottoressa Curobene? Non si è più fatta sentire, mentre prima era tutta complimenti per come Maria Flora teneva bene Nuvola.
  Menefreghismo perché "tanto era solo una coniglia" o una doverosa vergogna per quel che hanno combinato i colleghi?



no, non era solo un coniglio

  Nuvola - spiega Maria Flora - per me era come una figlia, ora non c'è più a causa della negligenza e delle bugie di una clinica; se mi avessero confessato della caduta accidentale e avessero quantomeno provveduto a prestarle terapia per il dolore e adeguata assistenza veterinaria, avrei anche potuto accettare l'accaduto; un incidente è sempre possibile, ma questo comportamento falso è inaccettabile; mi rammarico di essermi fidata della clinica Quiguarisci, della dottoressa Curobene e del dottor Ghepensimì; mi rammarico di non essermi accorta nell'immediato di quello che stava succedendo; è una vergogna che una clinica, nel tentativo di insabbiare un incidente, lasci morire di stenti un  essere che viene affidato alle loro cure con la nostra fiducia. Nuvola non c'è più e io non riesco a farmene una ragione, chi ha sbagliato deve pagare.
Ecco ciò che mi rimane di Nuvola... tornò così a casa.



Non ti ho messo al mondo,
ma ti ho fatto dormire sulla mia pancia.
Non ti ho allattato, ma ti ho nutrito con il mio amore ogni giorno.
Non ho cambiato i tuoi pannolini, ma ho raccolto la tua cacca con un sacchettino.
Non ho calmato il tuo pianto con un ciuccio, ma ti ho dato sicurezza quando la paura ti ha fatto tremare e sei corso tra le mie braccia.
Non ti ho portato sulle altalene, ma abbiamo passato ore al parco insieme.
Non ti ho insegnato a scrivere e disegnare, ma ti ho saputo con pazienza educare.
Non abbiamo lo stesso sangue, le stesse sembianze e lo stesso modo di comunicare, quello che ci accomuna, è lo stesso modo di amare.
Mi mancherai sempre piccola mia! Eri un angioletto sulla terra... ora sei un angioletto in cielo... ma io vivo tra il cielo e la terra e quindi sei e sarai sempre nella mia vita dolce piccolo amore mio

FINISCE QUI? EH NO!

  Maria Flora non si è certo arresa, così si è rivolta al gruppo Cronache di malasanità veterinaria; ha ottenuto, grazie alla sua intermediazione, un dettagliato parere da parte di un perito veterinario; poi ha presentato, sempre con l’aiuto del gruppo, un
esposto al competente Ordine, in cui fra l'altro viene segnalata la mancata risposta alla richiesta della relazione clinica, prescritta dal codice professionale (deontologico) dei veterinari. Leggiamo un ampio estratto del parere, realmente illuminante

il "j'accuse del perito"

  Nella Cartella clinica non si fa cenno della paresi del treno posteriore denunciata dalla proprietaria a partire dal giorno 6 Agosto. Gli interrogativi imbarazzanti sono: perché no? E perché non furono fatte subito delle Rx o TAC della colonna vertebrale? (...) Sta di fatto che le Rx della colonna in total body (5 RX in Latero laterale ed un in proiezione Ventro Dorsale) furono eseguite solo il giorno 9 Agosto senza diagnosi di lesione vertebrale ed ematoma a livello L3. Ne deriva come conseguenza che la diagnosi non fu posta o fu nascosta dolosamente dai curanti pur applicando la terapia idonea, cortisonica e con vit B. Il referto autoptico dell'IZS riporta e documenta con immagini un ematoma ed una lesione vertebrale a livello lombare L3 a seguito di un trauma (Vedi foto e Radiogramma).
 Il trauma avvenne verosimilmente fra il giorno 5 e/o 6 Agosto quando comparve la paresi degli arti posteriori. (...) Solo dopo tre giorni furono eseguite delle Rx che però non furono ben interpretate e la diagnosi non fu posta per negligenza ed imperizia od addirittura dolosamente nascosta alla proprietaria.
  L'inerzia diagnostica od il dolo furono causa di dolore e sofferenza da parte di Nuvola che per tre giorni non si alimentò andando progressivamente incontro ad una grave sindrome epatica la lipidosi che può manifestarsi come conseguenza dell'anoressia causata da una patologia dolorosa . Nel caso specifico, così come riporta testualmente la conclusione del referto autoptico,..” è ipotizzabile che l'evento traumatico, con la conseguente anoressia, sia risultato l'evento scatenante la grave insufficienza epatica”.



colpevolezza evidente

  Colpa professionale dunque dei curanti della Clinica (...) i quali dal giorno 6 Agosto in avanti manifestarono inerzia diagnostica non eseguendo esame X grafici o di Tac e RMN della colonna alla luce di una paresi evidente dal punto di vista clinico (...). Il trauma avvenne sicuramente cosi come dimostra l'autopsia ed è assai difficile pensare che sia stato spontaneo.
  Molto più verosimile è che sia stato provocato dai curanti in una delle tante manipolazioni eseguite per cure o per accudimento o per alimentazione forzata ecc. La mancata ammissione di una colpa traumatica nel corso della degenza in ricovero non trova giustificazione se non nel dolo da parte della Clinica e della sua Direzione sanitaria.
  Se la diagnosi fosse stata onestamente posta per tempo il giorno 6 Agosto si sarebbe potuto ricorrere a cure più efficaci od indicate come per esempio un intervento chirurgico od un Consulto con l'Università di Napoli presso la Facoltà di Veterinaria. Anche solo l'adozione di terapie antidolorifiche mirate avrebbero contribuito ad alleviare il dolore e di conseguenza a scongiurare la rapida lipidosi che si instaurò nel volgere di pochi giorni e che fu causa della morte di Nuvola così come dimostra l'esito dell'esame necroscopico.


l'autopsia inchioda la clinica

  L'esame necroscopico eseguito a scopo forense pone in evidenza le seguenti patologie: frattura parcellare dell'angolo dorso caudale della vertebra lombare 3, Vasculite , Lipidosi epatica , Nefrite acuta, Atrofia pancreatica, Gastropatia. Fra tutte appare subito la più significativa la frattura vertebrale di cui mai alcun curante ha rilevato dal giorno 6 fino a quello del decesso (9/8/21).
..."Di particolare significato le conclusioni del referto autoptico dove nell'ultimo paragrafo si legge che ..."Sulla base delle risultanze emerse è possibile pertanto affermare che la morte dell'animale sia stata determinata dall'insorgenza di una grave sindrome epatica: In particolare la lipidosi epatica può verificarsi spontaneamente (L. idiopatica) o può manifestarsi come conseguenza dell'anoressia causata da una patologia o da altro evento (L.secondaria). Nel caso specifico è ipotizzabile che l'evento traumatico, con la conseguente anoressia, sia risultato l'evento scatenante la grave insufficienza epatica".
Tutto ciò a firma del "Dirigente responsabile delle prove"

conclusione del perito

  Nei confronti dei curanti e della Direzione sanitaria della Clinica (...) si può riconoscere colpa professionale nella malagestione del coniglio Nuvola in quanto il giorno 6/8/21 l'animale manifestò paralisi del treno posteriore (non segnalata in cartella clinica) senza che i medici curanti approntassero non solo radiografie della colonna vertebrale, ma anche eventualmente Tac, RMN od un consulto specialistico con la Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli.
  Tale inerzia diagnostica si può configurare come “Negligenza”, “Imperizia” od addirittura dolo nel caso in cui abbiano omesso gli ulteriori accertamenti doverosi (di cui sopra) per non porre in evidenza la lesione vertebrale successivamente rilevata all'autopsia ed attribuibile a manualità violente o caduta a terra. Neanche con la serie di radiografie eseguite il giorno 9/8/21 fu posta dai curanti la diagnosi di lesione vertebrale a livello lombare (L3) cosi come invece dimostra l'ematoma traumatico a quel livello riscontrato alla verifica autoptica ed a quella radiologica eseguita post mortem dal Perito settore.
  Infatti nella Cartella clinica di ricovero non compare nulla di quanto sopra mentre invece compaiono il cortisone e le Vit B che sono farmaci indicati per le paresi/paralisi degli arti posteriori. La modifica terapeutica suddetta lascia il forte dubbio che nessuno dei curanti abbia voluto confessare che l'animale era stato traumatizzato da una caduta a terra o da qualcuna delle tante manovre di contenzione necessarie per la terapia infusionale, l'alimentazione forzata, la toeletta del mantello od altro. Negligenza ed Imperizia dunque nel non aver posto in tempo utile la giusta diagnosi aggravate nel caso dal dolo di aver voluto nascondere la frattura vertebrale non riportata in cartella clinica e mai ammessa di fronte alle reiterate richieste della proprietaria di procedere ad immediati riscontri radiografici cosi come richiedono le “buone prassi” in casi di tal genere. (...)
  L'inerzia diagnostica e/o l'eventuale dolo potrebbero configurare non solo la colpa professionale di “negligenza - imperizia” ma anche la violazione dell Articolo 544 ter Codice Penale.  



L'ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA:
NO AL PENALE...

  Visto quanto supposto dal perito, Maria Flora ha presentato un esposto-denuncia per  violazione della normativa  sui maltrattamenti.
  Il pubblico ministero ha però chiesto ed ottenuto dal giudice l'archiviazione in sede penale; il giudice ha accolto la richiesta, spiegando che non si sarebbe potuto dimostrare l'elemento centrale che sostiene la normativa vigente in tema di maltrattamenti: la necessità del dolo eventuale (cioè la consapevolezza quanto meno di poter infrangere la legge) nel causare la morte "per crudeltà" o "senza necessità" di Nuvola, come previsto dal Codice Penale (articoli 544 bis e ter) ; tanto meno si poteva dimostrare con assoluta certezza che il decesso di Nuvola derivasse proprio da quanto compiuto.
  Risultava anche difficile, secondo il magistrato, sostenere al di là di ogni ragionevole dubbio che nella seconda fase del ricovero il decesso di Nuvola fosse addebitabile a una vera e propria consapevolezza dei sanitari curanti di farla morire.
 Eppure lo stesso perito aveva visto la possibilità di un maltrattamento tale da violare il codice penale;  è necessario sì il dolo, ma eventuale (cioè non è necessario dimostrare che si era voluto ammazzare Nuvola, ma che il comportamento omissivo adottato poteva porre a rischio la sua vita). Il ventennale della legge 189/2004 sui maltrattamenti agli animali conferma purtroppo quanto sia necessaria integrarla e migliorarla.
 A nostro parere ha giocato anche a sfavore probabilmente il fatto che Nuvola fosse un coniglio, essere senziente normalmente considerato come protagonista della gastronomia; e questo Maria Flora di fatto l'ha percepito già al momento della denuncia.
  Peraltro quello del "dolo" si è dimostrato un ostacolo "insormontabile" (o di comodo) anche contro le altre denunce penali per malasanità veterinaria; ma questo non significa che non serva a niente denunciare, perché le motivazioni di queste archiviazioni sono un importante supporto per chiedere la modifica delle norme penali sui maltrattamenti, affinché vengano puniti anche i casi di colpa evidente come questi!!

... ma (almeno) sì al civile!

  Le motivazioni dell'archiviazione evidenziano però che la condotta dei veterinari coinvolti può essere ritenuta gravata di negligenza o imperizia grave o inescusabile (confermata anche dalla perizia del perito). Secondo il giudice quindi la condotta dei veterinari e della struttura in sé può sostenere un giudizio civile per il risarcimento del danno da perdita dell'animale d'affezione.
  Comunque non è un risultato secondario, perché ottenere il risarcimento per la perdita di un proprio familiare non umano a causa della sofferenza provocata a lui e a noi, è un netto passo avanti giurisprudenziale.
   Inoltre, più sentenze si otterranno, più alta sarà la pressione sui sanitari ad attenersi alle buone pratiche veterinarie, premiando così anche tutti quei veterinari che già oggi vi si attengono e che vedono infangata la loro categoria da storie come  quella di Nuvola.



COSA CI INSEGNA QUESTA STORIA

  Negligenza, imperizia, fors’anche dolo nel nascondere quanto accaduto; sembra un “remake” della vicenda di Lea, che ha dato spunto per  istituire la Giornata in memoria delle vittime della malasanità veterinaria  il 4 febbraio.
  Da parte dell’Ordine competente  finora non è stata data alcuna risposta al legale che ha presentato l'esposto, e quindi verrà segnalata la questione alla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiana e vedremo se anche questa volta ci sarà tanta indulgenza come avvenne con la vera e propria truffa che subì Roberto Marchi da parte del veterinario che dichiarò apertamente il falso.
  Maria Flora, forte della motivazione di archiviazione a livello penale di quanto accaduto, potrà con più calma valutare come e quando trascinare in tribunale la clinica Quiticuro e i suoi brillanti sanitari.

Questa triste vicenda dimostra l'importanza di:
a - avere testimoni
b – segnare, fotografare, scrivere, filmare il più possibile quanto accade per avere la cronistoria
c - una perizia veterinaria e dell'autopsia
d – avere un altro veterinario di vostra fiducia quando il vostro non c’è. Non aspettate che accada qualcosa prima di cercarlo: potrebbe finire in tragedia.
e – dare un’occhiata alle recensioni negative;  leggendo quelle negative della clinica in questione e soprattutto le risposte che dava, si comprende come lì ci si debba andare con le antenne ben alzate e ricordarsi del motto “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”.

COSA POTETE FARE VOI

  Mary, la volontaria esperta di conigli, amica di Maria Flora, ci dice:  
  Quello che è accaduto a Nuvola non deve ripetersi. E purtroppo i conigli che entrano in clinica nel week end o durante la notte spesso e volentieri non tornano a casa; non è un caso isolato su quella clinica. Nuvola è sicuramente il peggiore commesso ma ci sono recidive su recidive.
  Potete fare qualcosa anche voi? Certo, condividete il post sul vostro profilo Facebook. Nuvola dovrà inseguire la coscienza di chi ne ha provocato sofferenza e morte, diventando per loro una tempesta.
  Ricordiamoci che il silenzio è il miglior alleato della malasanità veterinaria. Più persone leggeranno questa vicenda e quanto suggerito nel Manuale di autodifesa dalla malasanità veterinaria, più alte saranno le probabilità di prevenire questi casi o quanto meno di non lasciarli impuniti.

scarica gratuitamente il manuale




 
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