LA STORIA DI BRANDY
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LA STORIA DI BRANDY
il gattino vissuto 39 giorni
Asportati polmone e cuore dalla cavità toracica. Impossibile stabilire se l'atto è stato compiuto intra vitam o post mortem.
Questo l'agghiacciante verdetto che l'Istituto Zooprofilattico di Vercelli ha dato a Manuela Cobianco in merito al suo Brandy.
Voi cosa avreste fatto nel leggere che l'asportazione del cuore del polmone di un vostro familiare quattro zampe poteva anche essere avvenuta da vivo?
un, due, tre... veterinari
Ma ripartiamo con ordine. Brandy era il più piccolino di una cucciolata, l'unico tutto grigio come un certosino. Siamo ai primi di luglio del 2018; Brandy aveva poco meno di un mese e aveva un po' di tosse quindi decidemmo di portarlo per primo dal mio veterinario, il quale ci tranquillizzò dicendoci che non era nulla di grave e quindi non gli prescrisse nulla.
Passa una settimana ma la situazione non cambia e allora andammo da un secondo veterinario, quello a cui si rivolgeva la mia amica Simona; lui evidenziava un problema alla trachea per cui avrebbe dovuto mangiare omogeneizzati per due mesi e prescrive alcuni antibiotici.
Arriviamo a sabato 14, quando il gattino non migliora. Contatto allora via mail un terzo veterinario, anzi una clinica veterinaria di cui avevo sentito parlare bene e mi faccio accompagnare dalla mia amica Simona (io non ho l'auto) lunedì 16, appena lei si libera dagli impegni familiari.
presentazione impeccabile
Ci presero Brandy dalle braccia e ci consegnarono i documenti da firmare; fui molto ben impressionata nel leggere quanto segue:
i nostri medici veterinari avranno successivamente cura di compilare una Scheda Clinica con tutti i dati rilevanti, relativamente allo stato di salute del Suo animale.
Sarà quindi predisposta una Cartella clinica alla quale saranno allegati tutti i referti delle indagini cliniche e di laboratorio effettuate presso l'Istituto Veterinario.
Le sarà consegnata in via definitiva all'atto della dimissione del suo animale. Serbi con cura tale documentazione in quanto potrà rappresentare un importante riferimento in occasione di altre prestazioni.
Per quanto riguarda i documenti che, per forza di cose, non potranno esserLe consegnati subito (per esempio i referti delle indagini strumentali o di laboratorio), Le verranno inviati non appena disponibili.
Ottimo, non trovate? Concordammo di metterlo in terapia intensiva; ci dissero che lo avrebbero tenuto così per 3 giorni (16/17/18 luglio) e pertanto sottoscrivemmo l'accordo in tal senso.
Mia figlia Carlotta chiese di vederlo per salutarlo ma, adducendo motivazioni sanitarie, ci è stato negato. Se avessimo saputo che non l'avremmo più visto avrei insistito.
tempesta telefonica
Quello che successe dopo fu sconcertante: nel corso del pomeriggio ricevemmo ben sei telefonate: ad ognuna di esse corrispondeva un peggioramento di Brandy; mi venne addirittura detto che aveva una malformazione cardiaca così rara che avrebbero voluta studiarla e quindi se gli davo il permesso di espiantare il cuore qualora non fosse sopravvissuto.
Sorvolo sul buon gusto di chiedere una cosa simile mentre il gatto stava ancora lottando fra la vita e la morte, comunque ci accordammo telefonicamente che, a meno che non fosse morto improvvisamente, sarei potuta venire il 18 (se avessi immaginato quello che stavano combinando, mi sarei precipitata lì) per decidere se procedere con l'eutanasia, ma solo dopo averlo visto. Comunque diedi l'assenso all'espianto del cuore in caso di morte.
un'amara sorpresa
Mi recai alla clinica con un'amica il 18 e vengo a scoprire che Brandy era morto il 16, ma non per cause naturali, bensì a seguito di eutanasia.
Addirittura si era già preparato un foglio con l'autorizzazione retrodatata al 16. In fiducia, pensai che avessero agito per il bene di Brandy e firmai, ma solo dopo che ebbero corretto a penna la data. Firmai anche il consenso all'espianto del cuore a scopo di studio, che già avevo dato telefonicamente.
Mi consegnarono il corpicino di Brandy congelato in una busta della spazzatura (altro bell'esempio di sensibilità...).
Guardando il cadaverino a casa vidi che Brandy era morto con un'espressione tirata e sofferente, con la bocca tirata, come se fosse morto soffrendo, tutt'altro rispetto a quanto ci si aspetta da una soppressione eutanasica.
l'autopsia
Irritata per quanto accaduto, decisi di chiedere subito un'autopsia all'Istituto Zooprofilattico di Vercelli, che il 20 mi consegna il responso e così scoprii che gli era stato espiantato anche un polmone, oltre a non poter escludere - come visto all'inizio - che abbiano fatto l'espianto da vivo!
Naturalmente non feci sapere alla clinica quello che avevo scoperto dal referto, ma richiesi allora la Cartella clinica che formalizzava la grave malattia cardiaca. Nonostante i bei principi della nota informativa che mi avevano consegnato, non mi era infatti stata consegnata quando ho ritirato le spoglie di Brandy; finalmente, dopo alcune insistenze, mi giunse la cartella clinica per raccomandata a fine luglio.
altre analisi altra sorpresa
Chiesi quindi indietro il cuore; la mia intenzione era di farlo analizzare all'Istituto Zooprofilattico, quindi mi recai, come sempre accompagnata, alla clinica. Il direttore sanitario mi consegnò il barattolo sulla cui etichetta si leggeva anche la presenza del polmone. Ovviamente - anche se già lo sapevo - mi mostrai sorpresa e chiesi il perché fosse stato asportato anche il polmone senza dirmi nulla; il direttore sviò il discorso in modo singolare: disse se mi rendevo conto che stavamo parlando di fronte a una minore (mia figlia, che adorava Brandy)!
A quel punto decisi di andarmene perché ero stufa di essere presa in giro e gli dissi che avrebbe ricevuto notizie dal mio avvocato. Infatti ho poi presentato una denuncia per capire cosa è successo.
a confronto: cuore ...
Fin qui la storia di Manuela Cobianco. Illuminante è confrontare i referti della clinica e dell'Istituto Zooprofilattico sulle condizioni del cuore:
La clinica dichiara: Si esegue studio radiografico dove si rileva grave e severa cardiomegalia con pattern vascolare il quadro polmonare compatibile con edema polmonare e/o emorragie.
Si procede inoltre ad esecuzione dell'esame ecocardiografia col dove si apprezza una cardiopatia congenita complessa. Le condizioni del gattino sono molto gravi, ma non del tutto riconducibili alla patologia cardiaca.
Inoltre leggiamo: per quanto valutabile si evidenzia un restringimento sotto valvolare aortico ed un'anomala struttura dell'apparato valvolare e sotto valvolare mitralica, che determinano flusso aortico sistolico turbolento e rigurgito mitralico. Grave dilatazione atrio-ventricolare sinistra con marcato aumento delle dimensioni delle vene polmonari. Dilatazione del tronco polmonare comune e delle sue ramificazioni.
(...) Quadro ecocardiografico compatibilie in prima ipotesi con cardiopatia congenita complessa.
L'Istituto zooprofilattico scrive: Assenza di lesioni significative.
Non male come differenza, non trovate?
...e polmone
Ma allora giustamente, se tanto ci dà tanto, si può immaginare che il breve accenno riservato alla situazione polmonare di Brandy nella documentazione della clinica si trasformi in un monosillabo nel referto dell'Istituto zooprofilattico; invece l'Istituto Zooprofilattico scrive:
diffuso e grave edema polmonare multifocale, minima atelectasia, minima antracosi. Iperemia passiva diffusa.
Insomma una situazione decisamente disastrata.
una domanda sorge spontanea
Perché i referti sul cuore sono così differenti? O la clinica ha preso un granchio colossale o l'Istituto Zooprfilattico ha lavorato coi piedi, oppure...
Oppure, come fece il celebre dottor Omissis nel caso di Lea e della foto della sua fantomatica piometra, è stato dato a Manuela il cuore di una altro gattino, praticamente sano, perché tanto cosa ne avrebbe capito la cliente? Lei no, ma l'Istituto zooprofilattico decisamente sì. E adesso il direttore della clinica dovrà spiegare sia perché ha effettuato l'eutanasia senza aspettare il giorno in cui sarei tornata in clinica, come concordato telefonicamente, sia perché ha asportato anche il polmone senza consenso, sia perché il cuore consegnato non mostrasse lesioni.
conclusioni
Tre sono gli insegnamenti che si possono trarre da questa triste vicenda:
1 - l'importanza dell'autopsia: senza l'autopsia non sarebbe emerso il punto nodale della questione: una malattia cardiaca non riscontrata e un'asportazione abusiva.
2 - l'importanza di una sana diffidenza: benissimo ha fatto Manuela a chiedere l'autopsia immaginando che ci fosse qualcosa che non andava.
Altrettanto bene ha fatto nel rifiutare di firmare l'autorizzazione retrodatata all'eutanasia, mettendo così ancora più in evidenza il comportamento scorretto della clinica.
3 - E' sempre bene controllare le recensioni negative su google, possono trovarsi commenti molto interessanti sul comportamento della struttura e se i titolari non riescono a farli togliere e neanche rispondono vuol dire che non sono campati per aria; proprio quella clinica ne ha circa il 15% di pessimi e loro le vedono perché ad una hanno risposto.
BRANDY E' MORTO,
MA VIVRA’ ANCORA
OGNI VOLTA CHE QUALCUNO
LEGGENDO LA SUA STORIA
POTRA’ EVITARE CHE ACCADA ANCORA
E SE LA SUA SOFFERENZA
CONTRIBUIRA’ AD OTTENERE
PER LEGGE
UN VERO CONSENSO INFORMATO
E UNA VERA CARTELLA CLINICA
ANCHE PER I NOSTRI
FAMILIARI NON UMANI.