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Presentazione

                                                                                                                                                 

IL NOSTRO "PROSSIMO" - UMANO E NON UMANO

 Questo sito è dedicato a tutti coloro che estendono la qualifica di "nostro prossimo" anche ai soggetti non umani con i quali condividiamo l'esistenza su questo pianeta e li considerano come "persone non umane", cioè soggetti cui spetta il diritto ad una vita rispondente alle loro esigenze naturali, esigenze che ogni specie ha sviluppato nel lungo cammino evolutivo percorso fino ad oggi, al fine di uperare nella mentalità collettiva la contrapposizione fra "uomini" e "animali", oggi dominante.

 Animalitalia intende pertanto dare la possibilità di agire a coloro  che desiderano impegnarsi a favore degli esseri in difficoltà, umani e non  umani per lo sviluppo nella coscienza collettiva del concetto di solidarietà  globale: non più una solidarietà solo verso determinati soggetti, ma verso  chiunque soffra, indipendentemente dalla specie a cui appartenga. Animalitalia cercherà di contribuire al raggiungimento di questo fine:
       
  • Attraverso il sostegno di iniziative presentate da singoli ed associazioni.
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  • Attraverso la circolazione di informazioni il più possibile controlalte e - quando capita - la discussione e il dibattito civile su argomenti magari controversi, presentando le diverse posizioni affinché il visitatore possa elaborare una propria opinione ragionata.
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 Particolare attenzione viene data alle iniziative considerate  "minori", presentate da singoli e da associazioni locali, che sono  invece fondamentali per diffondere nella società la cultura del rispetto verso  tutti i viventi.
 In pratica, Animalitalia intende essere una risorsa ai singoli attivisti per lavorare a favore delle persone non umane, e contemporaneamente per  orientarsi con una panoramica, la più ampia possibile, sull’animalismo in Italia.
 Infine Animalitalia  cercherà di dare le informazioni necessarie per vivere con coerenza i  propri ideali di rispetto verso tutte le  forme viventi, segnalando (direttamente o con il rinvio ad altri siti)  come  trovare i beni necessari quotidianamente, prodotti senza crudeltà e  sofferenza.


UNA CONTRAPPOSIZIONE DELETERIA

La contrapposizione antropocentrica "uomo, da rispettare - animale da disprezzare" è stata promossa in particolare dalle religioni monoteiste, dietro le quali si è accodata nel tempo gran parte dei pensatori laici con l'intento di garantire maggiore considerazione agli umani e poter disporre degli animali più o meno a proprio piacimento.
 Il brillante risultato di questa impostazione è stato, come possiamo constatare, "educare" all'indifferenza verso la crudeltà e la sofferenza di gran parte del mondo vivente; ma la crudeltà e l'indifferenza non sono soggette a limitazioni "di specie", influiscono sempre sull'intero comportamento umano con un'ovvia "piacevole conseguenza": sono state "animalizzate" intere categorie di umani, espulse dalla considerazione sociale e degradate ad esseri inferiori, da sfruttare o eliminare quando fa comodo, perché percepiti come "animali".

PERSONE NON UMANE: IMPOSSIBILE ADESSO, MA NON IN FUTURO

 Certo è impensabile raggiungere in pochi anni o decenni l'obiettivo di far considerare gli animali "persone non umane",  ci vorrano forse secoli, ma questo non vuol dire considerarlo irraggiungibile; peraltro diverse religioni orientali - in particolare buddismo e gianismo - già hanno, sin dall'origine, questa visione di rispetto per la vita (quasi mai però recepito dai loro fedeli, anzi...).

ESEMPI: LA SCHIAVITU' E LE DONNE

 Circa 2000 anni addietro,  San Paolo - colonna portante della Chiesa - scriveva , a  proposito degli schiavi, nella Prima lettera a Timoteo - "Con gli schiavi" Tutti coloro che sono sotto il giogo della  schiavitù stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, affinché non si dica male del nome di Dio  né‚ della sua dottrina. Quelli, invece, che hanno padroni cristiani, non pensino di poterli disprezzare con  il  pretesto  che sono fratelli, anzi, li servano con maggior impegno,  proprio  perché  sono credenti e cari a Dio (sic!). Ecco le cose che devi insegnare e raccomandare.
 E sulle donne: La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione.   Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.
 
 Provate a pensare cosa succederebbe se la Chiesa sostenesse  oggi simili posizioni ad esempio nei confronti dei padroni delle aziende dei  paesi poveri, che sfruttano anche la manodopera minorile. Immaginabili anche le reazioni delle visitatrici del sito.
 
 Ma sulla schiavitù è ancor più chiaro quanto scrive M.A Levi sui rapporti di lavoro nel mondo antico: A questo punto è particolarmente notevole il fatto che l'espressione più dura e  determinante della  condizione degli schiavi viene dal linguaggio giuridico greco, ed è la parola  andrapodòn". Chiamare  gli  schiavi  andrapoda è certamente un'espressione di  carattere  colto  ed  artificioso, inventata  dai giuristi sull'esempio di tetrapodòn, cioè quadrupede. Nessuna delle  molte  espres­sioni  che  il greco conosce per indicare gli schiavi ha la crudezza di questo termine  legale  che vuol  dire  nient'altro che "animale umano", più preciso e netto del  termine  latino equivalente, instrumentum vocale, cioè strumento parlante". M.A. Levi, Rapporti di lavoro nel mondo antico, in  Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e lettere - Rendiconti, parte generale e Classe  di lettere - Volume 108 - Milano 1974

 Perché oggi la coscienza comune della nostra società  rifiuta simili affermazioni?  Perché è cambiata la mentalità collettiva:  attualmente i valori trasmessi nell’educazione sono tali da ripudiare senza  appello la schiavitù umana e la totale sottomissione della donna; eppure la schiavitù era ancora perfettamente  lecita fino al secolo scorso, mentre il libro Santa Pazienza di Marta Boneschi mostra come un secolo fa le donne in Italia fossero assai più vicine alla posizione dettata da San Paolo rispetto all'uguaglianza. Allo stesso modo si è evoluta la situazione dei disabili fisici e psichici, due categorie sociali altrettanto deboli. Si può  pertanto constatare che il cambiamento della mentalità collettiva è un  fenomeno lentissimo (anche centinaia di anni) ed altalenante, ma inarrestabile.

 Questo potrebbe scoraggiare dall'impegnarsi allora, ma un esempio dimostra che ne vale sempre la pena; nel 1792  Mary Wollstonecraft pubblicava il suo "rivendicazione  dei  diritti  delle donne".  Di  lì a poco Thomas Taylor, insigne filosofo di  Cambridge,  le  replicò  pubblicando ”rivendicazione  dei diritti degli animali”. L'autore della satira voleva confutare le tesi della  Wollstonecraft  dimostrando  che  avevano un'inquietante ulteriore applicazione: se gli  argomenti  a sostegno dell'uguaglianza delle donne fossero stati validi, sarebbero potuti essere applicati  anche a  cani,  gatti e cavalli. E, siccome era assolutamente impensabile che agli animali  si  dovessero accordare diritti, le rivendicazioni delle donne meritavano le stesse valutazioni.
Ma Mary Wollstonecraft continuò la sua lotta e le donne di oggi non possono che esserle grate.

 Tutti possono aiutare a percorrere il lungo cammino necessario per cambiare le cose. Se volete, potete leggere qui come fare.


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