LA STORIA DI SUNGREY
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LA STORIA DI SUNGREY

Questa volta parliamo della storia di Nadia e del suo Sungrey.
Scrive Nadia: ogni volta che il ricordo di Sungrey arriva al cuore, gli occhi si riempiono di lacrime. Ricercare le foto e rivivere la sua tragedia è stato molto difficile.
Voglio raccontarvi cosa eravamo l’uno per l’altra.
Io e Sungrey ci siamo incontrati nel 2011 e fu amore a prima vista.
Dopo vicissitudini familiari, io all’età di 54 anni e lui di 3 abbiamo cominciato una nuova vita in un’altra casa in un’altra città con molta fatica e sofferenza.
Da allora non ci siamo mai più separati.
Lui mi seguiva in ogni mio viaggio seduto sul sedile dell'auto a fianco a me, con la sua apposita cintura di sicurezza.
Ci siamo amati con l’anima di un amore profondo, senza mai mancarci di rispetto e rispettando le nostre libertà; non avevo mai provato un amore cosi splendido, senza aspettative l’uno dall’altra.
La sua dipartita dopo 13 anni e stata molto sofferta perché la decisione l’ho dovuta prendere io e ancora non mi do pace.
Sungrey è stato un figlio, un maestro, mi ha insegnato la calma, il silenzio, la pazienza e sopratutto bastava guardaci negli occhi e comprendere cosa avevamo bisogno.
Mi manca tantissimo, ricordo il suo modo di guardarmi, la testa sul mio petto quando dormivamo, il suo abbraccio. Tutto questo siamo stati NOI per 13 anni.

un giorno problematico
Purtroppo un giorno dello scorso ottobre 2024 Sungrey non riusciva a urinare da alcune ore. Entrava nella cassetta, ma senza successo. Decisi di chiamare la Clinica Noicapacissimi, pensando che ci fosse qualcuno, dato che è un pronto soccorso aperto 24 ore su 24. Tuttavia, quando arrivai, non c'era nessuno. Erano le 8 del mattino, e il medico di turno mi fissò un appuntamento per le 8:45.
In passato portai Sungrey in quella clinica per un problema analogo e si prese cura di lui un dottore giovane ma molto competente. Mi dissero che non c'era più nella clinica e non sapevano dove fosse andato...
Mi dissero che era necessario mettere un catetere a Sungrey; io avrei voluto portarlo a casa subito dopo, ma mi spiegarono che il protocollo comportava la necessità di eseguire per tre giorni lavaggi vescicali, cui dovevano seguire la rimozione del catetere e uno o due giorni di osservazione; se questo non avesse risolto il problema, era necessario valutare l'uretrostomia, cioè un arretramento del canale di sbocco dell’uretra; mi fecero firmare il consenso informato per l’anestesia, che di fatto ben poco informava (come sempre NdR), in quanto queste operazioni vengono eseguite sempre in sedazione o anestesia.
l'operazione necessaria
Venerdì 11 andai in clinica a vederlo e mi diedero la tragica notizia che il problema non si era risolto e l’unica soluzione era l'uretrostomia.
Io, non conoscendone appieno le conseguenze, fui assalita dall’angoscia pensando che Sungrey avrebbe avuto una vita rovinata; fui presa dal panico e mi misi a piangere, e pensai che piuttosto che vedere Sungrey soffrire malamente per anni era meglio l’eutanasia.
Il direttore della Clinica mi spiegò che il gatto era sano, che di questi interventi ne faceva molti e i gatti stavano tutti molto bene, quindi non era proprio il caso di parlare di eutanasia.
Tranquillizzata, accettai di operarlo e mi fu fissato l’appuntamento per tre giorni dopo, il 14 .
Intanto pagai mille euro con regolare fattura per la degenza.

la sorprendente verità
Arrivò il fatidico giorno 14, il giorno dell'intervento; verso le 11 chiamai per sapere come era andato e se potevo vedere Sungrey, ma la risposta fu che non era stato possibile operarlo.
Molto risentita risposi: e quando pensavate di dirmelo?
Preoccupata chiamai la veterinaria del cane di mio padre e le esposi i fatti. Lei si allarmò e mi disse di portare via da lì in gatto e di condurlo alla clinica Siamovalidi; Sungrey fu preso in cura dal dott. Sonobravo: immediati esami del sangue e una radiografia. Dalla lastra videro che Sungrey era pieno di calcoli e mi disse sorpreso: ma signora, è pieno di calcoli!
E così scoprii che Sungrey era stato vittima di un grave errore di negligenza da parte dei veterinari della clinica Noicapacissimi. La Clinica Siamovalidi non poté intervenire immediatamente perché dagli esami i parametri clinici non lo permettevano e il giorno dopo intervennero correttamente.
Purtroppo l’intervento è stato fatto in una situazione renale ormai pesantemente compromessa da oltre una settimana di “incompetenza” e l’epilogo dopo un paio di giorni è stato quello un’eutanasia compassionevole.
lasciar correre? Eh no! Relazione clinica e perizia
Qui si conclude la triste vicenda raccontata da Nadia; però Nadia non accetta di subire passivamente la sua disgrazia (brava!) e quindi procede a richiedere -forte della fattura che ha in mano - tutta la documentazione del suo caso alla clinica Noicapacissimi.
Dalla relazione clinica che le consegnano emerge la lista di esami e di trattamenti che sono stati fatti. Non risultano però esami radiologici, neppure quando il giorno 11, dopo 5 giorni di ricovero, si rileva "Tenesmo urinario importante e stranguria. Alla palpazione addominale nuovamente vescica di dimensioni aumentate e consistenza dura."
Nadia chiede quindi il parere di un perito, che esprime per questo una valutazione particolarmente severa: il perito rileva infatti che Sungrey è stato sedato due volte per applicare il catetere uretrale e tre volte per eseguire i lavaggi vescicali senza appunto eseguire esame radiografico ed ecografia addominale.
Pertanto sostiene che la diagnosi di “tappo uretrale” e di “Recidiva di ostruzione uretrale, struvite, batteriuria” non è pienamente corretta; senza controlli radiologici dell'addome non si è rilevata nella vescica la presenza di “cistoliti di dimensioni variabili (3-5 mm)”; essi si presentavano invece all'ecografia - eseguita prontamente il 14/10 alla Clinica Siamovalidi - e le radiografie hanno confermato la presenza di numerosi voluminosi calcoli nella vescica.
Alla clinica Noicapacissimi (di accoppare i pazienti... ) quindi nessuno ha minimamente pensato a cercare di capire cosa non andasse nella vescica con un esame radiologico. O forse la verità potrebbe essere un'altra. La clinica infatti era in ristrutturazione edilizia ed è possibilissimo che - per proteggerlo dai lavori - il macchinario apposito fosse stato disattivato. Già, ma allora non avrebbero dovuto ricoverare Sungrey

si tratta di grave negligenza!
Per il perito il comportamento della clinica Noicapacissimi è stato gravemente negligente, visto che in otto giorni di degenza non è stato fatto alcun esame radiologico nonostante le ripetute sedazioni avrebbero potuto permettere di farli.
La proposta di intervento (uretrostomia) era comunque errata, in quanto in quelle condizioni i calcoli non sarebbero stati smaltiti per via uretrale neppure una volta eseguito l'intervento di riduzione!
L'esatto intervento sarebbe stato una cistotomia cioè la creazione di una comunicazione artificiale non permanente della vescica con l’esterno.
Questo errore diagnostico è stato determinante nel provocare la degenerazione dello stato di salute di Sungrey.
Non solo, per il perito oltre a questo errore si aggiunge anche imperizia, perché durante l'operazione chirurgica effettuata nella clinica Siamovalidi è emersa una grave infezione peritoneale provocata dalla rottura traumatica dell'uretra, dovuta alla grossolanità o all'impreparazione nell'eseguire le operazioni per posizionare il catetere e i lavaggi vescicali.
Risulta invece corretta tutta l'attività della clinica Siamovalidi, intervenuta però purtroppo troppo tardi.
A questo punto Nadia si rivolge a un legale per chiedere almeno un risarcimento, giusto per far capire alla clinica che non poteva passarla liscia, allegando il parere del perito.
mea culpa? Manco per sogno!
Pensate che la clinica abbia riconosciuto l'errore? Giammai! Il suo legale risponde infatti che non è assolutamente possibile addebitarle la colpa di quanto avvenuto In quanto Nadia avrebbe preteso di ritirare Sungrey il giorno prima dell'operazione e c’è stato il successivo intervento di altri veterinari, con un intervento chirurgico.
L'avvocato chiede pertanto di avere tutta la documentazione (referti, esami strumentali, cartelle degenza, esame autoptico) quali prove di quanto sostenuto nel parere del perito. E conclude “spiace infine ai miei assistiti quanto avvenuto al gatto Sungrey; dispiace altresì per il risentimento mostrato dalla signora nei confronti dei miei clienti, rimasti parecchio turbati dalle rimostranze mosse (mai avendone ricevute, prima d'ora, in carriera), oltre che della gravità delle stesse (...).
Dovremmo inviare alla clinica un paio di occhiali, così il direttore potrà leggere sulle recensioni di Google che su di loro ci sono anche recensioni con una stella per diagnosi sbagliate.
La Clinica Noicapacissimi ovviamente sorvola sulla mancata radiografia...
A questo punto la procedura legale di richiesta di risarcimento prosegue e - oplà - la Clinica si offre di scucire in transazione un rimborso per pagare tutte le spese delle operazioni più un "bonus" di mille euro. Ma Nadia non ci sta e vuole andare avanti, affinché sia un giudice a stabilire quanto deve risarcire la clinica.
Nadia non è interessata tanto all'importo, ma al fatto che la clinica riceva la giusta sanzione in campo civile (come sappiamo, il penale per maltrattamento è escluso per la mancanza di intenzionalità nel causare queste disgrazie).

in conclusione
Nadia scrive in conclusione: Io non potrò riavere il mio amato Sangrey, tredici anni vissuti in grande empatia e amore: io e lui, lui ed io. E' difficile far capire cosa significa interagire con un essere vivente, capire come eravamo io e Sungrey.
Voglio però far sapere quello che è successo, anche se molto mi è costato rivivere quei giorni, affinché nessun altro essere vivente debba passare quello che ha passato Sungrey.
Ecco, questo è lo spirito con il quale si devono affrontare i casi di malasanità veterinaria: pretendere giustizia tramite un legale e diffondere quanto è successo al fine di avvisare ed essere di esempio. La solitudine in cui si finisce quando si subisce un caso di malasanità veterinaria purtroppo spinge alla depressione e alla rassegnazione: combattiamole insieme! Condividete queste storie, pubblicizzatele, invitate ad iscriversi al gruppo Cronache di malasanità veterinaria
Un grande grazie a Nadia per aver accettato di ripercorrere con dolore la sua triste storia: diffondiamola, affinché il suo desiderio di mettere in guardia gli altri divenga realtà e Sungrey non sia morto invano, ma divenga testimonial della malasanità veterinaria.
